IL SOMIGLIERE
di CISTI FORNAIO
BANCHETTO CON SCENA DI CORTEGGIAMENTO (XVII sec.)
Due giovani stanno servendo il vino a tavola, mentre il somigliere, in piedi presso il banco delle brocche, supervisiona con piglio rigoroso e professionale il buon servizio dei servitori.
Suppongo a buon motivo che chi leggerà gli articoli di questo blog potrebbe essere somigliere. No, non ho sbagliato a scrivere, ho scritto bene, somigliere, cioè quella figura professionale che oggi si interessa della presentazione e del servizio del vino. Oggi, dico, perché ieri era soltanto un umile conduttore di bestie da soma sulle quali caricava farina, granaglie e ovviamente otri di vino che poi doveva saper vendere, e con la massima abilità possibile.
Ma
cosa è avvenuto fra ieri e oggi? L’etimologia della parola ci aiuterà a capire.
Il termine
“sommelier” è chiaramente di origine francese. Deriva dal provenzale
“saumalier”, ovvero “conduttore di bestie
da soma”, come dicevo. Ma questo termine saumalier non nasce in Provenza. In
quella terra d’oltralpe, la parola, come
tante altre cose, è stata portata dai romani, o più precisamente è stata
portata da chi parlava il latino, ovvero
dagli italiani.
Apro parentesi.
Ma quante cose
sono pensate d’origine francese e invece non lo sono! I nostri cugini
francofoni hanno inventato poco, però va loro riconosciuta l’abilità di essere
riusciti a valorizzare ciò di cui si sono indebitamente appropriati per
rivendercelo come fosse invero una loro originalità.
Ritornerò su questo.
Chiusa parentesi.
È nel Settecento che la parola latina sagmarium divenne nell’italiano di quel
secolo “somigliere”, e tale nuovo termine
restò a lungo ad indicare l’addetto al cibo e ai vini. Il conduttore di animali
da soma era passato dal trasportare cibo
e vino al saperli servire ai banchetti, ora è di fatto un professionista al soldo dei ricchi signori,
dei Re e dei Papi. I nobili ricorrono alla
sua collaborazione per affidargli l’organizzazione
delle proprie cantine.
Torniamo in Francia.
Nel secolo precedente, il Seicento, la Francia aveva visto crescere i consumi di vino, ma le produzioni restavano di bassa qualità. Tuttavia in quel secolo si era dato inizio a qualcosa di molto importante, le prime rigorose mappature dei vigneti e dei territori a vocazione vinicola. Questo grande lavoro di schedatura porterà alla svolta della qualità. Già a partire dal Settecento, si innalzò il target dei consumatori, i vini divennero più stabili, i gusti più sicuri, la conservazione più affidabile, in bottiglie di vetro con tappi di sughero. La filosofia dell'Illuminismo darà inoltre impulso anche alle tecniche di produzione e alle conoscenze scientifiche. Stava nascendo la leadership della Francia, che comincerà ad esportare su larga scala nel mondo i suoi vini di Bordeaux e dello Champagne.
Di
conseguenza in quel secolo la figura professionale del saumalier è richiesta in
tutto il paese. Andava man mano a sostituire i coppieri, che erano
poco più che meri servitori di vino a tavola.
I francesi sapranno valorizzare ulteriormente
questa figura, sicché insieme al
loro vino venderanno al mondo anche la parola di cui stiamo trattando,
definitivamente e immutabilmente trasformata in “sommelier.”
Oggi nessuno ricorda più la sua radice
latina. Il termine “sommelier” è francese e ha pronuncia francese (guai a
pronunciare la erre!). Ha definitivamente sostituito i corrispettivi italiani somigliere o coppiere
o anche bottigliere, ed è utilizzato
universalmente per indicare quella
figura professionale altamente qualificata, formatasi a seguito di un lungo
percorso fatto di studi ed esperienza.
Della soma dei muli non è rimasta
memoria.
P.S. Agli amici sommelier che per
motivi campanilistici decidono di
tenersi lontano dai vini francesi (ce ne sono tanti, credetemi) consiglio di farsi
chiamare per coerenza somiglieri, in quanto questa parola, pur desueta, ha ancora pieno diritto di esistenza nel
vocabolario della lingua italiana.
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